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Rapporti immaturi scuola-famiglia


Domanda: salve, sono una giovane mamma di un bambino figlio unico di 7 anni.
Sia a casa che a scuola il bambino si comporta in maniera inadeguata: si fa ripetere le richieste più di una volta prima di assecondarle, rompe oggetti senza motivo.
Mio marito sostiene che dovremmo adottare uno stile educativo più severo, ma io, che sono una insegnante, la penso diversamente, anche se questo stato di cose mi fa sentire inadeguata.
Spero in un aiuto esperto.
Grazie.

Riposta dell'esperto: Buongiorno a tutte le mamme insegnanti!
Il ruolo educativo che come genitore un insegnante si ritrova a svolgere a casa verso i propri figli rivela lo stesso impegno previsto per qualsiasi educatore-adulto, quindi non dobbiamo, come insegnanti-genitori, ritenerci immuni dalle difficoltà educative o credere di dover essere autosufficienti rispetto al ruolo di genitore.
L'età del figlio è un elemento molto importante rispetto all'adeguatezza del suo sviluppo e al tipo di intervento prevedibile, ma non è l'unico elemento importante, altrettanto lo è la caratterizzazione del nucleo familiare di appartenenza.
Con riferimento all'età, vi dico che il bambino di 7/8 anni si caratterizza per l'acquisizione di capacità sociali e abilità verso la comprensione e il rispetto di determinate norme.
Chi, come voi, si trovasse in difficoltà educative, provi anzitutto a verificare se c'è stato da parte dell'adulto un impegno a dare al proprio figlio regole sociali condivise, diversamente è opportuno attivarsi in tal senso quanto prima.
Se poi il figlio è uno solo ancora di più al genitore viene richiesto un intervento fermo e in comune accordo tra genitori e chi si occupa del bambino fuori dalla famiglia.
Un minore richiede cura e attenzione, richieste che da lui possono essere espresse sottoforma di comportamenti aggressivi ( rompere oggetti senza un motivo) e/o provocatori verso ciò che lo circonda, come disobbedienza.
In tal caso, sospendendo un'intenzione educativa di tipo punitivo, occorre rivolgersi all'educando con pazienza e disponibilità a condividere dei bisogni che vengono espressi in maniera maldestra anche con gli insegnanti.
Gli adulti coinvolti nell'atto educativo devono essere concordi nelle scelte di comportamento da assumere, altrimenti il bambino si sentirà autorizzato a scegliere ciò che gli conviene e tra una frustrazione e un lassezfaire sceglierà sicuramente lo stile educativo più buonista, avvantaggiandosene sempre di più.
Forza e collaborazione nell'educazione del proprio figlio tra casa e scuola e tra membri della stessa famiglia senza nessuna vergogna se il figlio va recuperato... non è mai troppo tardi.
Sempre a vostra disposizione, pedagogista Cristina.

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