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Psicopedagogista a Scuola

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b>Domanda: Sono Matilde, la mamma di due splendidi bambini che frequentano la scuola primaria: Alice e Mattia, rispettivamente di 7 e 10 anni.
Da un anno a questa parte esiste a scuola la figura dello psicopedagogista ma pochi dei genitori, per non dire nessuno, conosce le sue specificità.
Vorrei un parere sulla presenza di tale "specialista" e sull'opportunità di ricorrervi in caso di problemi educativi.

Riposta dell'esperto: Gentile signora Matilde, solitamente in questa rubrica si affrontano le problematiche educative propriamente intese che i genitori si trovano a dovere affrontare nel concreto della quotidianità familiare ed extrafamiliare.
Il suo quesito, tuttavia, mi permette di evidenziare le professionalità diverse che operano a livello educativo con i genitori e ad invitare a rileggere l'approfondimento sul rapporto scuola-famiglia.
Chi scrive è una pedagogista che svolge interventi propriamenti educativi a vari livelli e in vari ambiti, lo psicopedagogista è invece un psicologo che insegna.
Quest'ultima figura nasce nel 1978 con Circolare Ministeriale e svolge funzioni sia all'interno della scuola sia all'estreno, in particolare: collabora con i colleghi di scuola per interventi di componente psicologica dell'azione educativa e rispetto al disadattamento scolastico, inoltre condivide la programmazione per l'attività educativa individualizzata progettata dagli altri insegnanti; collabora con gli specialisti delle strutture socio-sanitarie e riabilitative del territorio in riferimento all'integrazione scolastica degli alunni diversamente abili e con i servizi di orientamento e di prevenzione esistenti sul territorio.
Successivamente, con altra Circolare Ministeriale, le funzioni dello psicopedagogista sono state ridefinite, ma nella sostanza la figura è ancora stata posta a colmare il vuoto creatosi con la scomparsa delle equipes medico-socio-psicopedagogiche operanti nella scuola, essendo quest'ultima solo luogo di educazione e formazione e non di terapia. Tuttavia l'importanza della figura è stata confermata in vari Disegni di Legge, ma non va confuso con figure di similare denominazione. Va detto che chiunque lavori nella scuola in un ruolo docente, con la personale sensibilità e formazione, orienta alle professionalità esterne tutte le problematiche emergenti a scuola: dal disagio espressione di un contesto familiare non favorevole allo sviluppo formativo dei singoli individui, al potenziamento del benessere di alunni, docenti e genitori.
Credo di poter concludere affermando che la collaborazione tra scuola e famiglia sia l'unico requisito educativo affichè la scuola possa aiutare i genitori ad affrontare le problematiche emergenti con orientamento allo specialista più adatto per la presa in carico di alunno e famiglia rispetto ad un problema specifico (logopedista, pedagogista, psicologo dell'età evolutiva, neuropsichiatra infantile, psicomotricista, pediatra etc) non propriamente di natura educativa.
Sperando di avere risposto con sufficiente chiarezza alla sua domanda,saluto cordialmente.
pedagogista Cristina

Approfondimento consigliato: rapporti scuola famiglia

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