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Problemi con la baby sitter


Domanda: Buongiorno gentili pedagogiste, siamo una coppia di genitori italiani che risiedono all'estero.
Per ragioni di lavoro, abbiamo pensato di avvalerci di una tata per i nostri figli; i bambini da curare sono Michael di 12 anni, Anny di 8 anni e Deborah di 5 anni.
Nessun problema con il più grande, ma le due bimbe più piccole sono una sfida ogni giorno nei confronti della tata: la più piccola in particolare è molto capricciosa, la maggiore invece rifiuta di seguire le regole che abbiamo stabilito in casa pur essendo assolutamente ubbidiente con noi genitori; inoltre sono molto autoritarie (se così si può dire), specie nei giochi.
Non siamo preoccupati, in quanto sono bambini e sappiamo essere normale questo comportamento, però vorremmo dei consigli pratici su come comportarci con la tata, visto che è alla sua prima esperienza e a noi piace tanto per la sua dolcezza e la sua giovane età.
Come creare una sorta di rapporto che sia stabile e che non cambi di giorno in giorno tra i bambini e la tata?
Come far acquisire a quest'ultima autorità in modo da poter svolgere al meglio la sua attività?
Grazie,
Marta e Robert


Riposta dell'esperto: buongiorno, cari genitori, vengo subito alla vostra richiesta di aiuto!
Innanzitutto mi ha colpito l'uso del termine "autorità" in fondo alla lettera: con i bambini occorre autorevolezza, non autoritarismo... essere autorevoli con i bambini significa essere credibili, fermi e affettuosi nello stesso tempo.
Sull'ultima dimensione credo di poter essere certa che non manchi nè l'attitudine nè la predisposizione alla tata, visto l'età e la scelta di cimentarsi con una materia tanto complessa e delicata come i bambini, sul resto dei requisiti bisogna probabilmente fare un pò di riflessione.
Quando un bambino si trova a relazionarsi con un adulto, che non sia il genitore che ormai dovrebbe conoscere e riconoscere in tutta sicurezza, per un dato arco di tempo tende a "mettere alla prova": sono più forte io o lui? Mi sa voler bene? Mi può aiutare? Gli/le piacerò oppure no? E avanti di questo passo.
Premesso allora che il bambino è un soggetto pensante quanto un adulto e che dall'adulto vuole competenza relazionale, la prima cosa di cui occuparsi è verificare che ci sia il riconoscimento del ruolo, che a monte prevede che chi lo svolge ne sia consapevole.
Nel caso della tata, occuparsi di bambini non significa occuparsi del loro tempo libero o del tempo dello studio, ma occuparsi di loro a tutto tondo.
Allora, per continuare a riflettere, condividete su cosa le pare di essere più portata e valirizzate, innanzitutto, questo aspetto: avrà subito i risultati attesi.
Personalmente, per tornare ai suggerimenti pratici, credo che per la sua età la propensione maggiore della tata possa essere il gioco, che è anche la propensione di qualsiasi bambino, e quindi ditele di affontare l'impegno quotidiano con i bambini con un gioco che le piacerebbe insegnare loro o che sa piacere a loro ormai, dando o prevedendo un tempo preciso, in modo che capiscano che li ama, essendo il gioco la forma espressiva e di apprendimento privilegiata da qualunque bambino, ma al tempo stesso capiscano che ci sono dei limiti, semplicemente delle regole.
A questo punto ditele di occuparsi del resto degli impegni (compiti, pulizia personale o altro) e di svolgerli facendo sempre in modo che i bambini capiscano che esiste una sequenza di attività: l'improvvisazione con i bambini va lasciata ai clown che si occupano di divertire, mentre nel suo caso occorre pianificare gli interventi che solo lei conosce per esserle stati richiesti dalla famiglia.

Procedendo con autonomia nello svolgimento dei compiti assegnati a lei dai genitori, lei stessa acquisirà più fermezza e sarà progressivamente più credibile agli occhi dei bambini, in questo caso delle bambine, se farà volontariamente riferimento al fatto che quello che sta facendo lo vogliono la mamma e il papà.
La complicità con le figure parentali è molto pregnante per un bambino e non gli dà scampo, al punto da potergli dire che se qualcosa non è andata come previsto (capricci, prepotenza, disprezzo negli altrui confronti, rifiuto di collaborazione, etc.) andrà riferita ai genitori, quasi che la questione sia più un loro problema piuttosto che della tata o chi per lei...Occuparsi di un bambino da soli è improponibile, è indispensabile la collaborazione tra adulti e tra adulti la condivisione delle difficoltà.
Non sottovalutate mai la tata agli occhi dei bambini e chiedete a lei di tenere presente queste regole-base:
1. un tempo per ogni occupazione
2. attività ludica
3. regole
4. dialogo con i genitori.
Dite alla tata di non dimenticarsi di svolgere il suo lavoro con il sorriso e qualche supporto pedagogico-didattico (lavagne a gessi, cartelloni, disegni, etc.) magari già in uso in famiglia da parte di qualcuno, per assicurare la continuità con le abitudini, in quanto i bambini, fanno esperienza di molte routine (merende, compiti, sonno, etc.) che rappresentano un bisogno irrinunciabile per imparare piano piano ad organizzarsi la vita.
Non da ultimo, ditele di ricorrere anche ai premi (tempo più lungo per il gioco, merende "speciali", etc.) se necessario, perchè i bambini sono molto sensibili alle frustrazioni, che pure servono, ma se queste superano un certo limite è probabile che nel bambino si inneschino reazioni oppositive o di rifiuto nei confronti dell'adulto di riferimento in quel momento, con ripercussioni a volte incolmabili... ditele di lasciare ai genitori le punizioni e con voi però condivida ogni aspetto dell'esperienza educativa che sta vivendo con i vostri figli, cercando di essere sensibili d'altro canto allo stile educativo privilegiato perchè voi ne siete gli artefici, noi, lei e quanti si occupano di bambini semplicemente i custodi... semplicemente si fa per dire, credo, dopo questa lunga chiacchierata!!!
Spero di sentire novità positive, con la promessa di rimanere sempre a vostra disposizione!
Con stima e affetto,
Pedagogista Cristina

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