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Intelligenza emotiva


L'intelligenza emotiva: Tra le forme di intelligenza, quella oggi più considerata è quella che prevede il successo che un dato individuo ottiene nella vita professionale e ancor più nella vita sociale.
Particolarmente utile e opportuna sembra essere nei confronti dei bambini e viene richiesta agli educatori per meglio risolvere i problemi che le diverse situazioni nella vita di tutti i giorni implicano.
Studi recenti sembrerebbero dimostrare che la maggior parte delle nostre scelte e decisioni non sono una mera analisi dei pro e dei contro relativamente alle diverse alternative possibili, ma una sorta di percorso rapido di cui la componente emotiva sarebbe determinante.
Questo orientamento sarebbe confermato anche su un piano neurofisiologico: il nostro sistema nervoso centrale (SNC) è costituito dalla corteccia cerebrale, sede delle più note funzioni intellettuali (ragionamento, linguaggio, etc) e deriva a sua volta da formazioni più antiche quali il sistema limbico, che presiede alle espressioni di tipo emotivo-affettivo.
In momenti o situazioni particolari, le strutture più arcaiche del cervello prendono il sopravvento sulle strutture corticali più recenti, a causa di una particolare conformazione delle vie nervose che collegano le due diverse parti del cervello. Questa particolare conformazione del SNC ha ed ha avuto indubbi vantaggi evolutivi, come non fermarsi a pensare di fronte a situazioni di pericolo, tuttavia può compromettere pesantemente le abilità cognitive o invece svolgere una funzione importantissima nell'attuazione di comportamenti intelligenti (es. ansia).
Esiste, secondo il teorico GOLEMAN, due principali sottocategorie di intelligenza emotiva: le competenze personali e quelle sociali.
La prima si riferisce alla capacità di cogliere i diversi aspetti della propria vita emozionale: c'è la consapevolezza di sé, intesa come autovalutazione obiettiva delle proprie capacità e dei propri limiti in funzione di mete realistiche da raggiungere e l'autocontrollo, inteso come capacità di esprimere le proprie emozioni in forme socialmente accettabili, tenendo conto della motivazione.
La seconda, relative alla maniera in cui comprendiamo gli altri e ci rapportiamo ad essi, tiene conto dell'empatia, cioè della capacità di riconoscere le emozioni e i sentimenti altrui, ponendoci idealmente nei loro panni e riuscendo a comprendere i rispettivi punti di vista e gli interessi e le difficoltà interiori con la consapevolezza della propria alterità rispetto ai punti di vista.
Fondamentale è l'attitudine alla comunicazione.
L'intelligenza emotiva, a differenza dell'intelligenza legata al QI che tende a stabilizzarsi intorno ai sedici anni, può migliorare tutta la vita.
Lettura consigliata: "l'intelligenza emotiva" di Daniel Goleman, Rizzoli, Milano, 1996.

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