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Educare ai tempi del covid


Oggi fare i genitori è diventato un mestiere.
In tempo di Coronavirus esso assomiglia sempre di più ad una professione dovuta al cambiamento sociale cui tutto il genere umano si sottopone quotidianamente, adesso più che mai.
Aveva ragione Freud quando a inizio Novecento diceva che fare il genitore è un mestiere impossibile, ma a quanto pare, guardando i vari collegamenti multimediali di questi giorni, attingendo alle proprie risorse, proprio in un’ottica pedagogica, è possibile anche per i genitori di oggi affrontare le varie sfide educative.
Come dice Alvaro Bilbao “ ogni gioco, ogni pianto, ogni passeggiata sono un’occasione per educare e potenziare il cervello dei nostri bambini”.
E allora riscopriamo la pedagogia ed il Pedagogista come strumenti utili alla formazione dell’individuo in un’ottica di valori comuni quali aver figli sani, forti e autonomi.
I nuovi padri e madri investano tutte le loro energie su quello che ritengono il loro più prezioso capitale , i propri figli. Indicazioni sul comportamento da adottare con la prole si sono susseguiti in vari momenti in questi giorni da parte di Pedagogisti ampiamente qualificati e allora prendiamone spunto per affrontare il tema della vicinanza affettiva.
Le famiglie possono supportare la lontananza da scuola dei propri ragazzi dando il giusto spazio sia all’ istruzione digitalizzata che non ha abbandonato la sua utenza sia alle vocazioni personali di ognuno: giochi da tavolo, disegni, video games, letture, scrittura e altro ancora, non da ultimo il piacere della cucina come momento di convivialità riscoperta.
Ora i genitori possono rendere felici i propri figli condividendo gli ostacoli e tutte le situazioni che creano rabbia e frustrazione, aumentando così la loro forza psicologica che poi andrà a tramutarsi in una migliore autostima proprio perché sostenuta, possono rendere felici i propri figli facendo loro acquisire le regole di una vita più curata dal punto di vista della salute e infine possono rendere felici i propri figli aumentando le occasioni di autonomia attraverso il valore dell’ozio latino, un tempo di inattività in cui poter esprimere quanto di più bello e creativo possa venire alla luce da un essere in sviluppo.
Pedagogista ANPE – Cristina Gentilin

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