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Difficoltà con altri bambini


Domanda: Buongiorno, mio figlio è molto educato, non offende mai e non alza le mani con gli altri... ma quest'anno (è l'ultimo della scuola materna), incontra difficoltà di relazione in quanto ci sono alcuni compagni maleducati (parlano male, picchiano e spintonano).
Nella classe c'è un sostegno per questi bambini disagiati che copre metà dell'orario scolastico e le maestre non riescono ad arginare il problema da sole.
Mio figlio sa, dietro mio consiglio, che deve rivolgersi alla maestra quando è vittima di questi bambini aggressivi, ma lui non lo fa in quanto ha timore delle minacce di questi bimabi.
Ho provato anche a parlare con i genitori dei rispettivi bambini "aggressivi", ma invano.
In ogni caso le maestre rassicurano me e mia moglie dicendoci che è uno dei migliori alunni, però anche lui adesso ha iniziato a dire parolacce, sghignazza quando lo correggiamo e la cosa più grave è che subisce violenze: calci, pugni, spinte dallo scivolo...
Stiamo pensando di toglierlo dalla materna e di tenerlo a casa con la mamma che non lavora, lui ne sarebbe contentissimo.
Vorrei avere delle indicazioni su come comportarmi.
Grazie, Fabrizio.

Riposta dell'esperto: gentile papà è molto importante che continui ad osservare suo figlio e a parlare con lui di ciò che avviene a scuola.
I bambini fanno esperienze molteplici ed è molto costruttivo per loro vivere rapporti con persone diverse che si comportano in modo diverso.
Stare a contatto con bambini maleducati e/o disagiati, un pò aggressivi, aiuta il suo bambino ad imparare i modelli di comportamento degli altri e quelli che deve tenere lui nei confronti dei compagni.
Il fatto che inizi a dire parolacce o a rispondere male sono anche elementi costruttivi per la sua personalità ed è fondamentale che li viva perchè un bambino che non ha la possibilità di sperimentare non cresce e può diventare un adulto-bambino non ben strutturato interiormente.
Il consiglio che le posso dare è di condividere con suo figlio queste esperienze e di fare delle prove a casa utili per comprendere meglio la realtà e per imparare a comportarsi non più da vittima, difendendosi.
Ad es. potreste attuare delle scenette dove lei è il bambino prepotente e suo figlio prova ad agire con modalità diverse ai suoi attacchi, per poi riflettere insieme sulla reazione più vantaggiosa per suo figlio senza ledere ai compagni.
Per quanto riguarda le parolacce o il rispondere male, consideri che sono fasi della crescita che prima o poi si affacciano e consideri il fatto che più una cosa viene vietata, più viene desiderata e attuata fuori dal controllo dei genitori, per cui lasci che suo figlio viva tutto ciò con un pò di contenimento da parte di voi genitori.
Ad es. potreste decidere insieme uno spazio e un tempo nel quale dire tutte le parolacce che conoscete (ovviamente l'adulto si tara al livello di parolacce del bambino); è un momento che troverete speciale e scoprirete grande affinità e complicità.
Comunque, se la situazione scolastica dovesse diventare proprio insostenibile e non risultasse possibile un aiuto reciproco tra genitori coalizzati e insegnanti, prendete serenamente la vostra decisione di tenere a casa il bambino.
Credo però che debba essere assolutamente l'ultima spiaggia, perchè quest'ultimo periodo di materna è importante per la sua formazione cognitiva e sociale in preparazione alla primaria, inoltre lo stare a casa questi mesi con la mamma potrebbe aggravargli il passaggio ad un tipo di vita scolastica decisamente diversa da quella della materna.
Cari genitori considerate il detto "Ciò che non uccide rafforza": è una sacra regola della vita di tutti noi; spesso noi genitori tendiamo a proteggere troppo i nostri figli, togliendo loro la possibilità di crescere e di diventare forti e indipendenti.
Buona riflessione.
La Pedagogista Deborah Turrini
Coordinatrice Regionale ANPE-Veneto

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